Sostituì l'antica chiesa di san Bartolomeo, della quale permane una coppia di archi. La ricostruzione dell'edificio seguì più fasi: tra il '600 e il '700 e alla metà dell'800.
Le soluzioni adottate sono diffuse tra le architetture religiose del Parte Montis, derivate da alcuni prestigiosi monumenti di Cagliari. All'ultima fase dei lavori, inaugurata nel 1846 e conclusa nel 1873, è dedicata la lapide commemorativa murata all'interno della chiesa.
L'impianto planimetrico è a croce greca, sormontata da un padiglione ottagono su tamburo. Sul fronte principale è addossato un colonnato ionico tetrastilo, soluzione presente nelle parrocchiali di Masullas e Mogoro. L'elegante terminale superiore è delineato dalla successione di volute concave e convesse. Al centro del registro superiore, una piccola finestra flabelliforme ricorda uno dei motivi decorativi caratteristici del rococò piemontese. Il portale è racchiuso da una cornice di derivazione michelangiolesca.
All'interno della chiesa, sono custoditi una reliquia della santa Croce e un calice d'argento di pregevole fattura. Accanto alla parrocchiale, sorge l'antico monte Granatico, i cui locali sono oggi adibiti a biblioteca comunale.