Non vi sono elementi linguistici qualificanti, tali da suggerire la datazione dell'antica parrocchiale di Pompu. Le fonti settecentesche raccontano di una chiesa in rovina, oggetto di restauri nella coperta e nelle mura interne; nell'occasione, si realizzò il tabernacolo e il fonte battesimale.
Il paramento murario è realizzato con la tecnica dell'opera mista, accostando ciottoli di pietra arenaria gialla. Fasce cromatiche distinte caratterizzano le trame lapidee superiori del prospetto: come un marchio indelebile, testimoniano la crescita in elevato della navata, evidenziando almeno tre fasi. Analoga lettura si può ipotizzare per la finestra esagonale ricavata al centro della facciata, circondata da una tessitura incoerente con la trama muraria principale. Tutto lascia supporre la preesistenza di un'apertura circolare e di un campaniletto a vela collocato sulla sommità dell'antico monumento. In epoca imprecisata, questo fu sostituito dalla massiccia torre a doppia vela poggiata sul corpo architettonico alla sinistra del prospetto. Fino agli ultimi decenni del '900, accanto alla chiesa, sorgeva il cimitero, inaugurato due secoli prima.
Nel 1626, il reverendo Giovanni Antioco Pilloni, proveghere e curato delle ville di Morgongiori e Pompu, incaricò il pittore napoletano Giuseppe Valona (Gallona) di dipingere un quadro di nostra Signora di Monserrato, per 33 scudi. Racchiusa da un cornice intagliata e dorata, l'immagine raffigurava la Madonna, Gesù bambino e un angelo con la sega; di essa, non si conosce il destino.