Ben poco permane, oggi, della residenza padronale. L'accumulo di proprietà terriere, condotto nella seconda metà del '700, dall'intraprendente don Vincenzo Paderi, riservò alla famiglia l'acquisto delle patenti di nobiltà e il radicamento nella società civile mogorese.
L'area di pertinenza della dimora raggiunse un'estensione ragguardevole, comprendente buona parte dell'isolato opposto alla parrocchiale. Nel '900, vicissitudini ereditarie decretarono la frammentazione della proprietà e l'alterazione dei caratteri architettonici originali. La vista aerea dell'isolato consente di distinguere il corpo di fabbrica principale, parallelo alla strada, suddiviso in due piani e in più segmenti. Una grande corte, oggi occupata da edifici, separava la dimora dalla strada di percorrenza del borgo. Vicoli laterali aprono nuove ed inattese visuali su quanto permane dell'antica proprietà.