La diocesi di Ales – Terralba nasce in seguito all’unificazione tra le diocesi di Usellus e Terralba, avvenuta con la Bolla Papale di Giulio II del 1503.
Questa fusione rientra nel più ampio disegno di riforma delle diocesi sarde, elaborato da Ferdinando il Cattolico, per ottenere un maggiore controllo sulla Chiesa isolana.
Dell’antica diocesi di Terralba sono state finora ritrovate poche notizie. La sua regione pastorale ha interessato i territori del Parte Montis, del Bonorcili e del Monreale.
Tra i vescovi più importanti della Diocesi di Ales-Terralba ricordiamo Giovanni e Andrea Sanna, a capo dell’Inquisizione sarda, il sassarese Giuseppe Maria Pilo, promotore dei Monti frumentari e autore di due visite pastorali nella Diocesi, e mons. Michele Aymerich, rappresentante dello stamento ecclesiastico nella delegazione che presenta al sovrano sabaudo le «Cinque domande».
Il controllo da parte della Chiesa sul territorio è soprattutto di carattere spirituale, ma sono importanti anche gli aspetti fondiari e giurisdizionali.
Alcuni esponenti delle famiglie del territorio, attraverso la nomina a familiari del Sant’Uffizio, accrescono la loro posizione sociale e, in alcuni casi, ricevono il titolo nobiliare.
Prima dell’unione delle diocesi e la definitiva scelta di Ales come sede episcopale, il villaggio di Masullas potrebbe aver ospitato per brevi periodi la sede vescovile.
Risale al periodo medievale l’edificazione, a Masullas, delle chiese di San Leonardo (XIII secolo) e Santa Lucia (XIV secolo).
All’inizio del Cinquecento viene edificata la chiesa della Madonna delle Grazie e, nel 1650, viene costruito il convento dei frati Minori Cappuccini. Le dimensioni dell’edificio fanno pensare a un notevole investimento e alla scelta da parte dell’ordine di conferire una certa centralità al convento, che diventa uno dei più importanti della Sardegna centro-meridionale.