Durante il periodo di dominazione spagnola i grandi feudi sono elevati da semplici baronie o signorie a contee e marchesati. Tra il XVI e il XVII secolo, i sovrani spagnoli concedono numerosi titoli nobiliari, non sempre collegati a un feudo.
La concessione dei titoli di cavalierato e nobiltà, spesso uniti ma con alcune eccezioni, hanno motivazioni varie e son principalmente concessi per motivazioni di carattere politico e amministrativo, o per particolari meriti o servizi prestati alla Corona.
Prima della concessione del titolo si procede a un’istruttoria per verificare se esistono tutte le condizioni di merito necessarie, specialmente quelle di sangue e di fede. In seguito all’esito positivo si concede l’atto d’investitura, con il quale il viceré crea il nuovo cavaliere e gli concede i privilegi e, salvo rare eccezioni, lo stemma.
I cavalieri e i nobili hanno particolari privilegi fiscali e giuridici: possono essere giudicati solo dal loro ceto e sono soggetti alla giurisdizione dei Luogotenenti Generali e dei Governatori.
Partecipano ai parlamenti nello Stamento Militare e hanno la facoltà di girare armati.
Nel periodo di dominazione spagnola si stabilizzano tre categorie di nobili: i feudatari discendenti dai primi conquistatori oppure di nuova concessione, la nobiltà non feudale legata alle funzioni pubbliche, amministrative o militari, e i cavalieri ereditari, pur sempre dei nobili, che rappresentano la categoria più modesta in quanto privilegiati di un unico titolo, anche se spesso di origine antica.