Le Famiglie nobiliari

Matzeu

I Matzeu sono una famiglia le cui notizie risalgono al XVII secolo. La genealogia dei Matzeu, originari di Forru (attuale Collinas), ha il suo primo antenato in Pedro Matzeu Cara; il ramo prosegue col figlio Salvatore, sposato, nel 1689, con la forrese Sisinnia Tuveri.

Da questa unione nasce, nel 1705, Pedro Antonio Matzeu, futuro notaio, che si trasferisce nel vicino centro di Gonnostramatza, dove si sposa nel 1732 con Maria Grazia Caboni, figlia dello scrivente Raimondo e di Maria Grazia Zuddas (famiglia di ascendenze notarili). Il figlio minore, Luigi, notaio, che dal fin dal 1773 ricopre l’incarico di suddelegato patrimoniale di Gonnostramatza senza corrispettivo, ottiene i privilegi di Cavalierato e Nobiltà il 10 settembre 1803 dal re Vittorio Emanuele I, con Regio Biglietto spedito da Roma.
Nel 1810 Don Luigi Matzeu, con Regio Diploma del 5 luglio, ottiene la conferma in forma solenne dei titoli e la concessione dello stemma, che nel precedente privilegio mancava. 
I suoi figli, Don Amatore e  Don Raimondo, vengono compresi nel censimento nobiliare feliciano del 1822. 
Da Don Raimondo discende un ramo che, con il figlio Luigi, si trasferisce a Collinas, il quale nel 1818 si sposa con Raimonda Lai ed genera Daniele. Da quest’ultimo nasce Don Antonio Maria Matzeu che diventa magistrato e ottiene il riconoscimento nobiliare dalla Consulta Araldica con D.M. del 30 marzo 1927. Dei suoi figli ricordiamo Don Fausto, sacerdote e canonico, e Don Giusto, professore. Quest’ultimo, trasferitosi a Milano e dedicatosi all’insegnamento scolastico, è stato  un letterato e uno studioso di profonda cultura, poeta, critico d’arte, saggista. Antifascista, prende parte alla guerra di liberazione assieme ai suoi figli. Si dedica successivamente a un saggio su Giovanni Battista Tuveri, utilizzando materiale inedito posseduto dalla sua famiglia. Dei suoi figli ricordiamo Massimino, avvocato, ufficiale d’artiglieria, capitano partigiano della Divisione San Primo; Giuseppe, anch’esso avvocato, ufficiale di fanteria e capitano partigiano della Divisione San Primo; e Mario, che cade come patriota contro i nazisti.  
Degli altri figli di Don Raimondo ricordiamo Don Francesco, che fattosi sacerdote si laurea in teologia e diventa canonico del duomo di Oristano, dove muore nel 1877, e Don Ilario, che resta invece a Gonnostramatza, dove muore nel 1902 senza aver generato figli.

STEMMA: D'azzurro al mare fluttuoso dal quale esce uno scoglio sormontato da un covone di spighe di grano al naturale legato di rosso, accompagnato da una sciabola manicata d'oro con la punta all'in su verso il lato sinistro dello scudo e da un'aurora di rosso movente dal cantone destro dello scudo.

 

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